Mozambico: reportage fotografico Sculture disARMAnti
Storia di un insolito percorso delle armi
1964/1975 Guerra d'indipendenza dal Portogallo
1977/1992 Guerra civile
4/10/1992 Firma del trattato di pace a Roma
Alla fine della guerra civile il paese è disseminato di mine antiuomo e di armi nelle mani degli ex-combattenti. 1996 • Il "Consiglio cristiano del Mozambico" lancia il progetto "Trasformare le armi in strumenti di lavoro", questi ultimi, zappe, vanghe, etc, sono forniti a chi consegna residui bellici. Ne raccolgono molti. 1998 • Gli artisti del "Nucleo de arte" di Maputo propongono di averle per creare opere d'arte: sculture che rappresentino la voglia di pace diffusa nel paese. Sono ragazzi che non hanno combattuto, ma sono cresciuti con la guerra; fratelli, genitori, zii, amici l'hanno vissuta in prima linea. 2002 • Per i dieci anni dalla firma di pace a Roma, offrono una sedia fatta di armi a Giovanni Paolo II. Oggi molti di questi artisti godono di fama internazionale. Fabbricate in occidente, vendute e utilizzate in guerre sanguinose, le armi, vengono trasformate da macchine di sterminio a opere che parlano della vita. Kalashnikov AK47s, mine antiuomo, bazooka, caricatori, proiettili, questi sono i materiali di cui si sono serviti alcuni giovani artisti mozambicani per deviarne il loro naturale percorso di essere rivendute a paesi confinanti e perpetuare il loro scopo di uccidere. Le armi trasformate in sculture e comprate molto spesso da stranieri, tornano nei loro paesi d'origine testimoniando che quando un "fucile diventa una sedia", l'uomo ha la possibilità di cambiare le cose.
mostre
Ottobre 2015 – Varese
Dicembre 2015 – Castello Cabiaglio (VA)
Ottobre 2016 - Laveno
Maggio 2017 – Photofestival Milano
Ottobre 2017 – “La Cooperativa” Milano